Sulle strade dell’acqua

di Isa Grassano

«È andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese». Sulla scia delle parole di Ernest Hemingway, si possono imparare i contorni dei borghi e dei paesaggi attorno a Ferrara, non solo in punta di pedale ma unendo la bici alla barca. Un tour bike@boat sul Po di Volano, lungo le cui rive s’incontrano angoli di grande tranquillità e paesini che sono veri gioielli, simili a piccoli presepi. Si sta a contatto con ambienti naturali incontaminati, a ritmi rilassati e ci si lascia “cullare” anche solo con gli occhi. Tra i percorsi navigabili – ce ne sono diversi che entreranno a pieno regime in primavera – c’è quello che parte dalla Darsena di Ferrara e arriva a Sabbioncello San Vittore (circa 23 km a tratta), passando per la frazione di Focomorto, Contrapò con il bel campanile, Baura con il pontile da poco costruito, Viconovo, Albarea sino a Sabbioncello San Vittore. Si è a bordo de la Nena, il battello fluviale, in un’atmosfera quasi sospesa tra le case basse a contrasto con il blu del cielo. Tra l’altro sono disponibili dei buoni per regali last minute, per viaggetti sul fiume, con incluso un aperitivo al tramonto. Un modo per approcciarsi al turismo lento e di prossimità, ma anche rendere questi percorsi misti tra servizio turistico e di utilizzo per i cittadini.

Il tour, promosso da Sipro e in collaborazione con Visit Ferrara, rientra nel progetto europeo Adrion5Sesnse, che mira a realizzare il brand Adrion sulla linea Adriatica Ionica, secondo un approccio olistico capace di coinvolgere i cinque sensi: quindi vista, olfatto, udito, gusto, tatto. E si inserisce nella filosofia della metropoli di paesaggio, ossia sfruttare i corsi d’acqua e di terra per muoversi senza mezzi, salvaguardando l’ambiente e recuperandone la socialità.

Sbarcati a Sabbioncello San Vittore si può prendere la bici (disponibile un servizio di prenotazione che la rende disponibile sul posto) per andare, pedalata dopo pedalata, alla scoperta del territorio, in mezzo alla natura, tra cascine rurali e Delizie Estensi, le antiche residenze della famiglia ducale rinascimentale. Tra queste la Delizia di Villalamensa, in comune di Copparo, o la Delizia Estense di Belriguardo a Voghiera che è stata definita la Versailles degli Estensi. Il tutto si fa ancora più magico con i bagliori del tramonto.

E se l’andare in punta di pedale vi ha messo appetito, ecco che l’Antica Locanda La Paradora, nella campagna di Formignana, è una tappa ideale per una sosta golosa. Qui si possono degustare i piatti tipici della zona, come i cappellacci ripieni di zucca, che erano apprezzati già in epoca estense. Dalla particolare forma a cappello (da cui il nome) hanno un morbido ripieno di zucca violina che, per la sua dolcezza, crea un eccezionale sapore agro-dolce, autentica meraviglia per il palato. Tutto completato con il condimento di ragù di carne, e, come secondo, un assaggio della salama da sugo con purè di patate.

Perché l’esperienza turistica sia completa, non può mancare un laboratorio gastronomico: un modo per mettere le mani in pasta e preparare la pasta o il pane. Al Fienile di Baura, su prenotazione, si possono scegliere diverse attività.

Una volta rientrati a Ferrara, vale la pena scoprire o riscoprire la Città simbolo della signoria Estense e patrimonio mondiale Unesco (con il Delta del Po) che racchiude uno scrigno pregiato di periodi (tra Medioevo e Rinascimento), di culture e arte e ben nove chilometri di mura rinascimentali, tra prati e giardini. Una città dove i ciclisti regnano padroni delle strade e che abbonda di noleggi, bikesharing e punti di assistenza.

Da dove partire? Dal Castello Estense, maestoso e imponente, unico esempio in Europa a essere circondato dalle acque del fossato, reso ancora più spettacolare dai bagliori della sera. Il suo vero nome è castello di San Michele, in onore del santo che si festeggiava il giorno in cui iniziarono i lavori. Era il 1385 e fu il marchese Niccolò II lo Zoppo a voler erigere questa struttura militare, a difesa della sua famiglia. Se non lo avete mai visitato, prendetevi qualche ora per scoprire le diverse stanze e le mostre che si alternano periodicamente. Altrimenti vi basterà una passeggiata nei dintorni, lungo le acque del fossato – alimentato artificialmente attraverso un condotto sotterraneo che lo collega al Po di Volano – solcato da ponti levatoi, per essere contagiati da quel senso di rilassamento e di benessere tipici della cittadina emiliana.
Tra le acque nuotano le carpe erbivore e, appena possibile, si potrà tornare a fare il giro in barca del fossato, sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 con partenze ogni 30 minuti (info: 0532/299233).

Uno degli angoli cittadini più affascinanti, è via delle Volte, per scattare belle fotografie tra numerosi archi e passaggi sospesi che sembrano rincorrersi per tutta la lunghezza (due chilometri), quasi giocassero.

Un tempo, prima che il corso del Po venisse deviato, questa bella via medievale svolgeva una funzione commerciale. Qui si trovavano le case dei commercianti che trafficavano con il resto d’Italia attraverso il fiume.

Le volte, appunto, permettevano di arrivare rapidamente ai magazzini sul fiume senza dover percorrere tutta la strada e senza essere attaccati da qualche ladro. Oggi sono in gran parte chiusi o trasformati in abitazioni, ma l’ambiente è così particolare da avere voglia di rimanere ore a immortalare questi scorci con le diverse luci.

Infine, da non perdere Palazzo dei Diamanti, il cui nome si rifà alle oltre 8500 blocchi di marmo che compongono il suo bugnato, dalla forma sfaccettata che ricorda quella di un diamante, ed è uno dei più grandi gioielli cittadini e sede di importanti mostre d’arte moderna e contemporanea. Fino al 5 aprile, dedica una retrospettiva ad Antonio Ligabue, definito il “Van Gogh della Bassa”. Oltre cento opere – tra dipinti, sculture e disegni, alcuni inediti – che svelano il suo fantastico vocabolario figurativo.

 

 

 

 

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