Galapagos, sulle tracce di Darwin. Diario di viaggio

Galapagos, sulle tracce di Darwin. Diario di viaggio

di Antonella Giammetta

Sono da poco rientrata da un viaggio che mi ha portata all’altro capo del mondo e, in qualche modo, mi ha fatto vedere “un altro mondo”, di cui avevo letto, sentito raccontare, guardato nei documentari, ma che, attraverso  i miei occhi e’ stata tutta un’altra storia.
Avevo percorso questo itinerario, impegnativo e molto articolato, nei mesi precedenti, sull’Atlante Geografico e  questo nome, Galàpagos o Galapàgos?, come un mantra, era fisso  nei miei pensieri e nelle mie aspettative.
Quel gruppetto di isole in mezzo all’Oceano racchiudeva tutte le attese e tutte le domande a cui solo “il sopralluogo” poteva rispondere!
E l’avventura per “il  sopralluogo” era fissata al 9 di agosto 2012.
Di viaggi intorno al mondo ne ho fatti diversi, anche di tipo naturalistico: Il Sudafrica ed il Parco Kruger….l’Argentina e la Patagonia…..Le isole Ballestras in Peru’….la Tanzania ….
Mi  ha sempre affascinata molto la Natura con la fauna e la flora di posti lontani e ogni volta  mi emoziono di fronte ad un animale oppure ad un albero gigantesco.

Galapagos

Galapagos

Ma qui…e’ proprio un’altra cosa. Vuoi per il luogo: in mezzo all’Oceano. Vuoi per le isole: selvagge e deserte. Vuoi per la fatica che e’ costata conoscerle !!!!
Tantissima fatica ripagata sicuramente da tutto quello che abbiamo visto e vissuto e che indelebilmente sarà impresso nella mia  mente e nel mio cuore.
Gia’ il viaggio stesso e’ stato  impegnativo e stancante e dopo tante ore di aereo atterriamo in Ecuador, a Quito,i n un pomeriggio soleggiato e caldo.
Siamo a 2850 metri di altitudine, temiamo l’incontro col  soroche  che per nostra fortuna non si fa vedere, ma a darci  il benvenuto troviamo invece  Guillermo, la guida. Pacato e gentile ci scorta al pullman . Sara’ il nostro accompagnatore per tutto il viaggio, in qualche modo il nostro”angelo custode”….
Andando verso l’albergo siamo troppo stanchi per provare curiosita’ anche se lo sguardo cerca di catturare immagini, cosi’, tanto per provare ad  indovinare che tipo di citta’ andremo a conoscere il giorno dopo…

Galapagos

Galapagos

La passeggiata nel centro storico di Quito, nel giorno della Festa Nazionale, ci porta nelle piazze dai grandi spazi, nelle chiese di pietra lavica, nelle strade affollate di gente, tra gli odori degli incensi delle bacchette messe a bruciare per strada  e quelli delle frittelle a forma di banana.
L’aria e’ limpida, il cielo terso, le nuvole bianchissime e soffici, ti vengono incontro piacevolmente e le innumerevoli  cupole delle chiese  avvertono che ti trovi in un luogo di grande religiosita’.
Sappiamo bene che la permanenza in Ecuador e’ piu’ che altro finalizzata a raggiungere” Le Isole Encantade,”ma, visto che siamo qua, uno sguardo attento non guasta.
Dopo aver acquistato il panama, andiamo a pranzo e nel pomeriggio ci aspetta la visita al Museo de Sito Intinan, a la Mitad du Mundo
dove, con Carolina, tenteremo degli esperimenti che ci diano conferma di essere proprio sulla linea dell’Equatore ..e basta andare di qua o di là che, a pochissimi centimetri, ti trovi a Nord oppure a Sud.
ECUADOR E GALAPAGOS 199Due ore passano in un baleno, parlando di Coriolis e di uova che stanno in equilibrio perfettamente, o di acqua che cade con vortice roteante a destra o a sinistra, oppure dritta nel secchio….Proviamo a cimentarci con l’equilibrio pressoche’ assente sulla linea  rossa, a seguire l’ombra della meridiana, a visitare un piccolissimo museo all’aperto che racconta di come gli antichi abitanti di qua  catturassero i nemici e ne rimpicciolissero, incredibilmente, la testa tagliata  per farne un trofeo, (a mo’ di grosso ciondolo), da appendere al collo o da mettere sulla punta del bastone….
Una danza tribale conclude il pomeriggio mentre il buio cala sulla citta’ e il primo giorno di vacanza si consuma .
Inutile dire che l’attesa delle Galapagos monta col passare dei giorni, pertanto la visita di Otavalo e del lago Cuicocha sono da riempitivo  ma non per questo meno belle.
Raggiungiamo questi luoghi con un lunghissimo viaggio in pullman, ammirando il paesaggio andino, fotografando i vulcani innevati.
La visita  del mercato piu’ famoso della zona, nel giorno del sabato, ci porta tra ponchi colorati, artigianato di legno, tessuti tipici, musica accattivante  e oggetti coloratissimi mentre nell’aria l’odore dei ristoranti di strada arriva alle nostre narici forte e pungente….

La partenza per  Baltra ci avvicina all’incontro e ,dopo un’ora di aereo  eccoci qua, su quest’isola che e’ di passaggio e che ci colleghera’ a Santa Cruz tramite un ‘imbarcazione di piccole dimensioni.

Galapagos

Galapagos

Attraversiamo  il canale Itabaca e in pochi minuti siamo  sull’isola.
Una volta a terra, con un autobus vecchio stile, raggiungiamo l’albergo, il Fiesta, dall’altro capo dell’isola, che gia’  nel nome racchiude   promesse di allegria e festosita’ e di li’ a poco saremo pronti per recarci a Tortuga Bay.
Ci aspetta una lunga  camminata, di 3 chilometri, in un percorso straordinariamente bello, ricco di piante enormi, cactus giganteschi mentre  alcuni ragazzi con la tavola del surf sotto braccio, ed ampie falcate, si affrettano lungo il sentiero.
Finalmente, dopo un’ora abbondante di cammino, arriva la voce dell’Oceano, tonante e forte, mentre una baia bellissima, bianca e spaziosa, ci accoglie a darci il benvenuto  insieme ai pellicani  che  nuotano tranquilli e  iguane e  cormorani fermi sugli scogli come statue.
Il  cielo, a tratti minaccioso annuncia scosci che non verranno  mentre, con generose spalmate di crema, offriamo ai raggi diretti  del sole equatoriale le nostre facce felici….

Le onde bianche e spumeggianti arrivano altissime a riva, con movimenti decisi e ,altrettanto decise, tornano indietro, …..una danza  al  sapore di trappola…; a distanza ne ammiriamo il via vai ,mentre alla sabbia bianchissimaaffidiamo i nostri piedi per una passeggiata esplorativa. Prima che cali il buio facciamo ritorno affrontando la lunga  strada che questa volta, stranamente, ci sembrerà piu’ breve….

La mattinata  seguente scorre piacevolissima e ci portiamo fino al porto dove, uno spettacolo davvero insolito cattura la nostra attenzione regalandoci la seconda forte emozione di questo viaggio, dopo l’Oceano.
Camminando verso il mercato del pesce, qualche centinaio di metri piu’ avanti, ci imbattiamo in grossi pellicani appollaiati sugli alberi, intenti a lucidarsi le penne o semplicemente a riposarsi, mentre, le voci  e i richiami di sule, fregate, pellicani, gabbiani e foche ci fanno accelerare il passo
I pescatori, intenti nel loro lavoro, stanno armeggiando con pesci di grosse dimensioni, li eviscerano con movimenti sapienti mentre una “folla” di uccelli e di foche attende paziente il pranzo.

Galapagos

Galapagos

Le sule con le zampette celesti e gli occhi tondi e vispi ,piccole rispetto ai pellicani,vanno avanti nella fila mentre ,dal molo un’ombra nera avanza un po’ a fatica sulle scale …poi ,col muso birbante ,aspetta quello che le tocca.
Come se non bastasse,la foca dà una controllatina intorno ,alla ricerca di qualche boccone prelibato…
E’ un momento molto simpatico e lo immortaliamo nelle tante foto ,riprendiamo la passeggiata fermandoci a bere un buon caffe’.

“Le Galapagos sono meravigliose,maaaa…c’e’ da camminare parecchioo!”
Cosi’ ci era stato detto al nostro arrivo.
Forse avevamo un po’ sottovalutato “il parecchio” ma abbiamo capito che era molto di piu’: i parchi, tutti affascinanti, richiedevano ore ed ore di camminate attente, su percorsi talvolta agevoli ma anche impervi, perche’ la Natura selvaggia, a chi la vuol conoscere, chiede sforzi non da poco!

Il primo, grandissimo sforzo ,sara’ “la traversata” che dovremo affrontare per raggiungere Isabela.
Durera’ circa 2 ore e trenta, in una imbarcazione di modeste dimensioni, con onde molto ballerine che rendono il viaggio tremendamente movimentato.
Occupo il posto interno e per fortuna non soffro il mal di mare…se non fosse per gli scossoni  violenti che ci scuotono da basso, potrei dire che sarebbe perfino divertente.
L’oceano e’ cosi’: le sue onde impetuose cullano in modo violento la barca che viene continuamente schiaffeggiata  pesantemente .
Siamo sballottolati a destra e a sinistra,con movimenti rapidi e forti mentre le giapponesi di fronte a me ,nascoste nelle giacche a vento ,affidano i corpi addormentati a questa sorta di  “ballo di San Vito”.
Il tempo sembra lunghissimo e non riusciamo a guardare di fuori  ma quando avvertiamo che la meta e’ vicina cominciamo a rilassarci…anche se  le nostre facce stanche  raccontano quanto c’e’ costato arrivare fino a qui!
ECUADOR E GALAPAGOS 389Raggiungiamo in poco tempo Puerto Villamil e il nostro albergo, l’Abemarle, proprio sull’Oceano, un po’ decadente ma forse  per questo cosi’ affascinante!
Occupo la camera Darwin e trovo la cosa di buon auspicio per la mia permanenza  in questo posto particolarmente suggestivo.
La spiaggia su cui affaccia l’albergo e’ bellissima, con alte palme a fare la guardia, un baretto su uno scoglio in lontananza mentre, dall’altra parte, una postazione di avvistamento in legno promette incredibili incontri.  .

In pochi minuti  raggiungeremo il ristorante di Casa Marita, dove alloggia parte del gruppo e dove consumiamo i pasti.
Camminiamo su strade piene di sabbia, con ristorantini di strada da  cui ci arriva il profumo dei barbecue di pesce.
Tavolini e sedie di plastica sul marciapiede, pochissima gente in giro, solo  taxi con i turisti.
Sul tardi una passeggiata fino al nostro albergo ci portera’ a sognare il nuovo giorno che ci aspetta.
Prepariamo gli zaini  con tutto quello che serve e ci sentiamo pronti ad affrontare una nuova, impegnativa, escursione .
Guglielmo si assicura che abbiamo scarpe adatte e ci ricorda che il tragitto e’ alquanto lungo anche se sara’ interrotto da soste per seguire le spiegazioni delle guide del parco dove ci recheremo oggi.
Bisogna arrivare al Muro de las lacrimas, residuo di una fortezza costruita con enormi massi, nel 1940, dai carcerati del Penitenziario.
Un tragitto di 8  chilometri tra andata e ritorno che ci porta a dover affrontare  un  largo sentiero battuto. Alberi di cactus, alteri  come guerrieri, lungo il  cammino  e tartarughe terrestri, lente e protette nelle corazze polverose si offrono agli obiettivi che le immortalano senza tregua.
ECUADOR E GALAPAGOS 642Le facce rugose, le bocche verdi  e umide si concedono  senza rifiuto e rappresentano un buon motivo per riposare le gambe affaticate.
Il percorso tra le mangrovie  impone maggiore attenzione e presenta tantissime piante, alcune tossiche come la manzanita, con i suoi frutti tondi e gialli come mele minuscole, altre particolarissime come la pianta del cotone e quella dell’acqua, con bacche tonde biancastre che strizzate goggiolano un liquido fresco .
Ci inoltriamo districandoci attraverso stretti sentieri, col fogliame umido a terra e cupole fitte di rami a ricordarci di fare attenzione alla testa. Poi, finalmente, siamo appagate da suggestive immagini dell’oceano che come un dolce lago si incunea nella foresta fino a diventare cosi’ trasparente da  poter  offrire, ai nostri sguardi incantati, le radici delle mangrovie  attorcigliate.

Il pic nic veloce e leggero viene consumato in compagnia e un caldo buon caffe’  ci da’ la carica per proseguire ….
Si riprende la strada del ritorno, con una camminata lenta e tranquilla, dove ciascuno ripensa a quello che ha visto e il pomeriggio  termina  su una piccola spiaggia a guardare il tramonto sull’oceano.
L’indomani ci aspetta una escursione particolarmente annunciata: la scogliera Tintoretas.
Le nostre attese sono abbondantemente ripagate perche’ questa scogliera si rivelera’ ricchissima di emozioni.
Con piccole barche  la  raggiungiamo e poi, su queste rocce nere che sembrano  accartocciate, ha inizio il nostro percorso che sebbene lungo non ci affatica per nulla tanto si rivelera’ affascinante!
Intanto la macchina fotografica e’ pronta a catturare immagini uniche e spettacolari, a cominciare dal colore degli scogli che, con quello  turchese dell’ oceano e con il verde della vegetazione, crea un  effetto cromatico di rara bellezza.
Le onde, infrangendosi  con forza sulla scogliera, fanno volare in alto la spuma bianca mentre i granchi rossi, sbucando dagli anfratti o da sotto le pietre nere, iniziano la loro danza .
Prima pero’ le iguane, tanto bruttine quanto numerose, hanno fatto la parte del leone per gli scatti ricevuti….a migliaia popolano questo luogo e ce ne sono di tutte le grandezze.
Le piccolissime sono le prime, in una specie di “nursery “affacciata sull’oceano imparano  a muoversi agilmente su quelle pietre nere come loro. Andando avanti altre ci attendono e si offrono mute ai nostri sguardi avidi: ferme, in movimento, sole, a gruppi, arrampicate sugli scogli, sdraiate a dormire, dovunque guardi non puoi fare a meno di scorgerne.
Abituate ai turisti si mettono in posa  con  smorfie che sembrano sorrisi …. mentre leoni marini dormiglioni, grandi uccelli, foche giocherellone che si rincorrono tra le onde fanno sentire la loro voce…e che voce!
Sono loro, e  loro soltanto, i padroni di questo magnifico posto!
Ecco là i granchi: grossi, rossi o arancio, lucidi, bellissimi.
Sul nero della scogliera, sembrano coralli incastonati a rendere ancora piu’ prezioso questo angolo di paradiso!.
In fila indiana procediamo su una stradina ch’e’ appena una striscetta e con lo sguardo cerchiamo di afferrare quante piu’ emozioni possibili.
Sulla via del ritorno ci salutano i pinguini  e poi la sosta per lo snorkeling permette, a chi e’ piu’ fortunata, di farsi una nuotata con un’otaria piccola e dolce!
Nel pomeriggio  ci raggiunge la notizia di una  balenottera  spiaggiata, agonizzante. Ci portiamo sul luogo dove il cetaceo,immobile come una salma,e’ circondato dalla gente  del luogo, dai bambini, dai turisti.
Ci spiegano che hanno tentato varie volte di riportala in mare ma e’ ritornata a riva. Qualche leggero sussulto, poi la balena rimane immobile e scura sulla battigia mentre uccelli dal becco aguzzo si danno voce per annunciare che, di li’ a poco, ci sara’ da mangiare per tutti!
Ma un altro e’ l’incontro tanto atteso, racchiuso nel significato del nome Galapagos: le Tartarughe gigantiiiiii!
E allora non ci resta che andare al Centro de Crianza  de Tortugas Gigantes ”Arnaldo Chamaidan” dove potremo ammirarne tantissime , di varie  dimensioni a seconda dell’eta’….
Le piu’ grosse possono vivere  anche 200 anni e pesare 200 chili!!!!

Sono numerate e vengono seguite da una equipe specializzata che le monitora e sa tutto di ciascuna di loro.
Abitano grandi spazi, le vediamo immobili  e vicine vicine mentre quelle piu’ grosse, con passo lento ma fermo, vanno alla ricerca di cibo.
Hanno zampe grandi, con unghie spesse e robuste, facce che ci richiamano ET, colli lunghissimi che hanno raggiunto posti estremi per cibarsi
Poi, ecco l’ultimo nato:Donatello, 5 mesi! Sta sul palmo della mano e con la faccetta ci guarda mentre le foto si sprecano!
Prima di rientrare in albergo ancora una passeggiata di due ore, in un’area altamente protetta che, attraverso camminamenti comodi e suggestivi ci portera’ ad incontrare fenicotteri rosa-arancio immersi come ballerine nel laghetto, sule dalle zampette celesti che sembrano uscite da un cartoon, iguane addormentate, uccelli di varie specie, in una natura selvaggia e struggente, forte della sua bellezza antica e inossidabile….
L’escursione al Centro Darwin, a Puerto Ayora ci dara’ modo di conoscere ancora piante e tartarughe, specie superprotette. Rimango colpita da alcuni cactus giganti il cui tronco e’ ricoperto da una corteccia bellissima che pare cuoio martellato e da altri alberi profumatissimi da cui si ricava una sorta di incenso.
Visitiamo il posto dove viveva il solitario George (la tartaruga maschio piu’ famosa del mondo, che ha sempre rifiutato l’accoppiamento e pertanto destinato ad estinguersi), fin quando non e’ mancato e ammiriamo altre belle tartarughe giganti intente a rosicchiare succulente foglie di cactus….
L’ultima visita riguardera’ l’isola di Seymour, North e South.
Lo faremo a bordo di una comodissima  imbarcazione che ci portera’ in giro su questo oceano meraviglioso alla scoperta di angoli di paradiso abitati solo da piante superbe e animali felici.

Galapagos

Galapagos

Spiagge bianche a sud, rocciose a nord.
Consumiamo  sulla barca  il gustoso pranzo preparato del cuoco di bordo  e intanto ammiriamo l’oceano che in questo tratto e’ abbastanza tranquillo  da farci godere pienamente la passeggiata !
Trascorriamo tutto il giorno in mare  e salutiamo le foche giocherellone sullo scoglio  mentre le fregate dal collo rosso
continuano i loro volteggi e le seguo con lo sguardo fino a  quando diventano solo dei piccoli punti nel cielo..

Ormai il viaggio volge al termine e gia’ domani comincia il rientro.
Un altro lunghissimo viaggio ci aspetta per riportarci a casa ma, nel preparare le valige mi accorgo che il piu’ pesante, questa volta, e’ il bagaglio dei ricordi e delle emozioni, assolutamente uniche, che hanno reso queste giornate indimenticabili!
Lascio questo luogo incantato con la certezza, adesso si, che davvero esistono ancora angoli di paradiso ….come questo che ho avuto la fortuna di vedere!
Ciao Galapagos!

 

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