Scoprendo la “leonessa” bianca, Altamura

A volte capita di svegliarsi con la voglia di “nuovo”. In me questo bisogno di scoperta e di natura si “risveglia” molto spesso. E quando arriva, non posso proprio farci nulla. Devo solo assecondarlo, armarmi di scarpe da trekking, zaino e di qualche buona amica da portare con me e il gioco è fatto.

Questa volta a “chiamarmi” è stata una città della mia amata terra – la Puglia – che ancora non conoscevo: Altamura nelle Murge Occidentali (e provincia di Bari).

Camminando lentamente, e a volte anche controvento, io e la mia amica compagna di avventure ci siamo addentrate tra le strade della “leonessa” bianca, come la chiamano.

È stato bello perdersi nel dedalo di viuzze e di claustri, le numerose piazzette dallo stile greco o arabo della città amata da Federico II che le diede l’impianto urbanistico ancora attuale. È stato come intraprendere un viaggio a ritroso. Ad Altamura, infatti, il tempo sembra essersi fermato. E passo dopo passo, sempre col naso all’insù, abbiamo ammirato i Palazzi nobiliari con tutti i loro decori: il cinquecentesco Palazzo De Angelis-Vitis, il palazzo Baldassarre e il Martini.

cattedrale altamura

E abbiamo visitato la Cattedrale dell’Assunta, in romanico pugliese, che vanta un portale fra i più belli di Puglia. Ci ha affascinato non solo la bellezza delle forme e dei decori raffinati ma anche la leggenda che aleggia intorno alla Chiesa. Si narra, infatti, che l’Imperatore di Svevia abbia nascosto un tesoro all’interno di uno dei pilastri. Questo per permettere la sua ricostruzione in caso di crollo!

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Ammaliate dal bianco della pietra e prima di allontanarci dal centro, abbiamo fatto tappa nel panificio storico della città, il Santa Chiara (via L. Martucci, 10 – Tel 3291524177 – chiuso la domenica), per assaggiare il pane DOP, famoso quanto un’opera d’arte. Alto e di grande pezzatura (in gergo “u sckuanète”), citato già da Orazio nelle Satire. Qui, in meno di 50mq, si prepara e si vende il pane come la tradizione vuole da almeno sei secoli, e si assiste allo spettacolo del mastro fornaio che mette le forme con il ‘cugno’, tipico bernoccolo, nel forno a legna o ne estrae focacce fumanti piene di pomodoro. La tentazione è stata davvero forte e oltre a riempire lo zaino di pane, proprio come consiglia Orazio che definì il pane di Altamura “di gran lunga il più bello” e il più buono “tanto che il viaggiatore previdente se ne fa una provvista”, abbiamo assaggiato un pezzo dell’ottima e genuina focaccia che, come in una favola, ha saputo sconfiggere il colosso americano Mc Donalds, tanto da diventare un film (“Focaccia Blues” di Nico Cirasola – guarda il film).

Basta bianco…Gli occhi hanno bisogno di altri colori. Ci allontaniamo dal centro e in men che non si dica ci ritroviamo circondati da un mantello di ulivi che piano piano digradano verso i pascoli. Siamo nel Parco nazionale rurale che tutela costumi e tradizioni come le masserie, i tratturi o gli jazzi (i recinti per le pecore). E sempre molto lentamente cominciamo a prender confidenza con le voragini di questi territori: il pulo è a una decina di chilometri dal centro. Si tratta di una dolina di origine carsica creatasi per il convogliare delle acque piovane. Le grotte al suo interno furono abitate dall’uomo già 5000 anni fa.

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Poco distante dal Pulo, in località Lamalunga, scopriamo che nel 1993 è stato ritrovato un reperto dalla straordinaria importanza: parliamo dello scheletro integro di un homo neanderthalensis, affettuosamente soprannominato dai locali “Ciccillo” e meglio conosciuto come “Uomo di Altamura“. Quest’ultimo, insieme al ritrovamento in un altro sito (ad oggi il più importante in Europa e, forse, del mondo!) di 4000 impronte di dinosauro perfettamente conservate, hanno permesso alla cittadina pugliese di essere inserita nella lista propositiva presentata all’Unsco, con conseguente  candidatura per entrare a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Ma si sa che girare mette sempre un certo languorino. E così…

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«Basta», mi urla la mia amica. «Sono stanca, ho fame e voglio riposare». «Calma», le dico, «ho pensato a tutto. Ti porto in una masseria davvero speciale. Al Calderoni Martini Resort», il posto giusto per assaporare la cucina più autentica e trascorrere qualche ora in completo relax, circondati da un paesaggio puro e incontaminato. Il Calderoni Martini Resort è un’antica masseria del XVI secolo, edificata dalle nobili famiglie cinquecentesche dei Calderoni e dei Martini.

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Un’antica masseria cinquecentesca magnificamente recuperata con un’armoniosa architettura d’avanguardia e pure dodici top suite con private SPA. Dormiremo in una Suite davvero unica. Ha le volte completamente affrescate e dispone di un modernissimo hammam privato per il benessere assicurato.

Felice Sgarra
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E c’è un’altra bella sorpresa. Qui ogni due settimane l’appuntamento è con la rassegna “cene d’autore”. Una serie di eventi gastronomici che vedono protagonisti molti nomi di rilievo del mondo culinario italiano in connubio con la pluripremiata brigata di cucina del Calderoni Martini Resort, per rendere omaggio ai miti internazionali attraverso la creazione di piatti inediti ispirati ai loro lavori più noti e universalmente riconosciuti come opere d’arte. E proprio stasera c’è il primo appuntamento. Ad attenderci una gustosa cena preparata dallo chef stellato Felice Sgarra che omaggerà il primo protagonista dei tributi d’onore: David Bowie.

Lo spettacolo nello spettacolo!

Info

Calderoni Martini Resort

Contrada Parisi snc, 70022 Altamura (Ba)

tel. +39 080.314.00.36

info@calderonimartiniresort.it

 

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