A tu per tu con Vittoria Schisano
Il “viaggio particolare” di Vittoria Schisano
di Isa Grassano
«Mi sono truccata nell’ombra della mia camera, temendo che qualcuno entrasse. Ho giocato con le Barbie. Ho finto di essere un macho, ma come è difficile essere uomini». Poi Giuseppe Schisano ha deciso di venire fuori. Un lungo e tormentato percorso lo porta alla decisione di cambiare sesso. Nel novembre del 2013, dopo mesi di cure vissuti nell’ombra, nasce Vittoria. La sua storia è raccontata nel libro “La Vittoria che nessuno sa”, in cui svela i sogni e le lacrime, lo smarrimento di sentirsi donna mentre lo specchio riflette un’altra immagine. «Giuseppe aveva sempre lo sguardo triste. Vittoria ha lo sguardo luminoso anche quando è triste». Per parlare del suo volume-verità la “raggiungo” dal parrucchiere, proprio come si fa tra amiche. «Sto ritoccando il colore e mi piaccio proprio tanto», ci dice.
La dedica è per il tuo papà. Quanto manca una figura così nel tuo processo di cambiamento?
«La dedica non poteva essere un’altra. Quando sono diventata Vittoria sono andata a trovarlo. Lui stava già male e mi ha scambiata per Rosaria, mia sorella, detta Sosò, con la quale ho un rapporto meraviglioso. Gli ho detto: “papà sono Vittoria” e lui ha risposto “ammazza, quanto sei bella”. Mi manca tanto ma non dimentico il suo sguardo pieno di orgoglio».
Hai scritto che quando pensi a qualcuno con cui condividere la vita, lo immagini come una porta che si apre su un luogo che conosci. Chi c’è oggi accanto a te?
«Sono single. A volte mi dico che non ho bisogno di nulla, sono “stronza” sul tacco 12 e mi diverto così. Altre volte entro nella fase romantica e aspetto il principe azzurro, anche se in giro ce ne sono pochi. Dovevo sposarmi con Fabrizio ma poi è saltato tutto ed è rimasto l’abito da sposa nell’armadio. Ho sofferto, ma non mi sarei sposata per forma. Un marito deve migliorarti la vita, altrimenti meglio stare da sola».
Che rapporto hai con la fede?
«Ho molta fede. Mi rivolgo a Cristo sulla croce o alla Madonna come se fossero amici. Quando ero ancora un uomo sono stato da Padre Pio: avevo scoperto di avere un tumore alla gola. E quella notte stessa ho sognato lo spirito di una mia zia che mi abbracciava. Da quel giorno il male ha iniziato a regredire e ora, per fortuna, è fermo».
Tra i personaggi dello spettacolo chi ti è stato vicino?
«Barbara d’Urso, Veronica Maya, Rocío Muñoz Morales. Sono donne sicure, molto belle, mi sono state accanto, dandomi consigli, suggerimenti su come truccarmi. Per me ci sono due categorie: le donne e le donnine. Nel primo gruppo metto le amiche complici e ce ne sono tante, nell’altro le invidiose».
Il libro ha ispirato il regista Pierluigi Di Lallo che ne farà un film. Che effetto ti fa?
«Stiamo già lavorando ad una sceneggiatura dal titolo “Nati due volte” e ovviamente sono molto contenta. Io nasco attrice. Certo non ce la farei a interpretare il ruolo di Giuseppe, ma quello di Vittoria non me lo può togliere nessuno».
C’è un messaggio che vorresti dare?
«Di giocare la propria partita con coraggio, anche se non sappiamo se vinceremo o meno. E di imparare ad amarsi sempre un po’ di più».
La Vittoria che nessuno sa
Vittoria Schisano con Angela Iantosca
Sperling&Kupfer – pp.180 – €17,90
Basta sentirmi parlare per intuire il mio attaccamento alla Basilicata. Nonostante viva a Bologna da tanti anni e ami questa città, ho mantenuto una visione Sudcentrica della vita. Giornalista professionista, tutor al master in giornalismo, scrittrice e soprattutto “ragazza” piena di energia. Ho una valigia sempre pronta, anche se a ogni viaggio dimentico qualcosa. Vivrei in estate tutto l’anno e sogno una casa vista mare. Scrivo libri di curiosità (Book Sun Lover) e romanzi (“Un giorno sì un altro no”, “Come un fiore sul quaderno”). Leggo tanto, sorrido ancora di più.