Tra le ciliegie da Guinnes
TRA LE CILIEGIE DA GUINNESS
di Isa Grassano
“Bisognerebbe chiedere ai bambini e agli uccelli che sapore hanno le ciliegie”, diceva Goethe. E alle bambine bisognerebbe chiedere anche l’emozione di mettere all’orecchio le ciliegie, appese come colorati orecchini. Un vezzo fashion che mi è tornato in mente visitando il ceraseto sperimentale di Salvi Vivai a Runco di Portomaggiore (Ferrara). E qui questi frutti che riportano all’infanzia e hanno qualcosa di fiabesco da queste parti sono anche speciali e in “versione big”.
UNA CILIEGIA DA GUINNESS
L’azienda, amministrata da Silvia Salvi, si è, infatti, guadagnata un posto all’interno dei Guinness World Records con una ciliegia della varietà Sweet Stephany® che ha fatto registrare un peso di ben 26,45 grammi. Record battuto, durante il nostro tour, con un’altra super ciliegia di ben 27,69 grammi, un calibro di 41,07 della varietà Sweet® Saretta. Si tratta di un importante risultato di un programma partito più di trenta anni fa all’Università di Bologna: un lungo processo di incroci e selezioni realizzato con metodi tradizionali. E non solo. I numerosi investimenti sull’impianto con la relativa sperimentazione di tecniche agronomiche all’avanguardia hanno portato a questo risultato. Ed è proprio vero che una ciliegia tira l’altra, non mi sarei mai allontanata da quelle piante.
LA STORIA
Ma quando e dove inizia la storia della ciliegia? Secondo la tradizione, inizia probabilmente in Asia, tra il Mar Caspio e il Mar Nero. Da qui fa una prima tappa in Egitto, attorno al VII secolo a.C., e poi una seconda in Grecia, prima di approdare dall’Italia al resto d’Europa. A raccontare questo viaggio sono le numerosissime fonti da Teofrasto a Varrone, da Plutarco a Plinio il Vecchio, e tutto si riassume nel suo enigmatico nome: la parola “ciliegia” deriverebbe infatti dal greco κέρασος (kérasos), il nome con cui era conosciuta la città di Cerasunte, nell’attuale Turchia, famosa proprio perché “ricca di ciliegie”. E fu qui che queste deliziose “drupe” presero per la gola il console romano Lucullo, che dopo la campagna militare del 74 a.C. contro il re del Ponto Mitridate capì evidentemente di non poter più fare a meno della loro bontà. Allora le portò con sé, a Roma, dove iniziarono a essere coltivate. O almeno questa è la leggenda, e sulla sua veridicità gli studiosi discutono ancora oggi.
LE PROPRIETA’ BENEFICHE
Reali sono, invece, le diverse proprietà benefiche tanto per il nostro palato quando per l’organismo. Sono fonte naturale di importanti minerali, tra cui potassio, calcio, fosforo e magnesio, e sono ricche di antocianine, luteina, zeaxantina e beta-carotene, dei potenti antiossidanti che sembrano avere un potere antinfiammatorio. Per questo c’è chi raccomanda le ciliegie per combattere il dolore cronico, ridurre il rischio di malattie cardiache, e persino per contrastare problemi come insonnia e mal di testa. Il merito sarebbe anche della vitamina C e, soprattutto, della melatonina, che esercita un effetto lenitivo sul sistema nervoso. E poi hanno poche calorie – 100 grammi di ciliegie fresche forniscono al nostro organismo circa 40 calorie – che per noi donne è sempre una bella notizia.
LA POESIA
Infine, alzi la mano chi non vorrebbe un uomo che sulla scia di Pablo Neruda ci recitasse quei famosi versi: “Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi”.
Basta sentirmi parlare per intuire il mio attaccamento alla Basilicata. Nonostante viva a Bologna da tanti anni e ami questa città, ho mantenuto una visione Sudcentrica della vita. Giornalista professionista, tutor al master in giornalismo, scrittrice e soprattutto “ragazza” piena di energia. Ho una valigia sempre pronta, anche se a ogni viaggio dimentico qualcosa. Vivrei in estate tutto l’anno e sogno una casa vista mare. Scrivo libri di curiosità (Book Sun Lover) e romanzi (“Un giorno sì un altro no”, “Come un fiore sul quaderno”). Leggo tanto, sorrido ancora di più.