Taranto, la sirena dai due volti
“Che fai rumore, qui
E non lo so se mi fa bene
Se il tuo rumore mi conviene.”
Cantava così Diodato, talentuoso cantautore tarantino nel 2020, quando vinse il Festival di Sanremo. E fa rumore la sua e la nostra Taranto, quando lo sguardo osa, penetra le vetuste imposte del suo cuore antico, si insinua tra le fessure di palazzi sontuosi di un tempo che fu e poi cavalca le onde di un mare che avvolge e travolge per tanta bellezza. Anch’io mi sono lasciata conquistare da sì tanta meraviglia da rimanerne completamente rapita, durante il press tour organizzato da BTM Interazioni, un progetto itinerante nato in seno all’Agenzia 365 giorni in Puglia S.r.l.s., che promuove le destinazioni pugliesi attraverso momenti di incontro, confronto, formazione tra operatori, istituzioni, aziende, stakeholders.
E grazie al suo Diodato ne farà ancora di rumore la città domenica 8 ottobre, quando, nell’ambito dei “Taranto port days”, il cantante terrà all’alba un attesissimo concerto gratuito. Lo spettacolo fa parte di una serie di iniziative di promozione della cultura del mare e della portualità, organizzato dalla Jonian Dolphin Conservation, un’organizzazione di ricerca scientifica, finalizzata allo studio dei cetacei del Golfo di Taranto. Ricerca a 360 gradi, volta a far conoscere alla comunità la presenza, ma soprattutto la bellezza e l’importanza dei cetacei nel nostro mare. Infatti, l’esperienza di Dolphin Watching con loro è stata di grande impatto emotivo. Non abbiamo avvistato nessun cetaceo, ma confondersi, con il nostro catamarano, tra gli stessi flutti in cui nuotano, libere e gioiose, queste meravigliose creature è già di per sé un’emozione indescrivibile. È come se fossero loro le ancelle prescelte a guidarci alla scoperta di un miraggio chiamato Taranto, sospesa tra antichi splendori e ansia di modernità.
E fa rumore anche da qui, tra le onde, la capitale della Magna Grecia, tra i tormenti di una città che desidera affrancarsi dal dolore e dalla rassegnazione della monocultura industriale, bramando finalmente riscatto, sospinta da una brezza energica che sa di fermento e di rivoluzione. Lo si intuisce già, varcando le soglie del MArTA, il Museo Archeologico Nazionale, una narrazione affascinante e unica delle radici dell’Italia meridionale, attraverso le tracce dei popoli che l’hanno abitata. Un passato che rivive attraverso i celeberrimi “ori di Taranto”, una collezione di raffinati gioielli e accessori di epoca ellenistica e romana, rinvenuti nei corredi funerari del territorio. Orecchini a navicella, a testa di leone, lavorati con la tecnica della filigrana, diademi, anelli, bracciali e collane di eccezionale pregio che testimoniano la creatività degli artigiani orafi tarantini. Capolavori presenti in questo ricchissimo scrigno d’Italia che annovera anche la tomba dell’Atleta, le Veneri di Parabita, lo Zeus di Ugento. Un meraviglioso racconto del passato proiettato verso il futuro, dove chi si accosta a tanto splendore non può che restare abbagliato e portare con sè un po’ di quella luce, come un faro che illumina una visione futura della città che non può che essere grandiosa, con un passato così glorioso.
I due volti di una Taranto che guarda fiduciosa al domani, ma ben ancorata al suo ieri, sono evidenti ovunque nella città dei due mari, Mar Piccolo e Mar Grande, protetta dal suo inespugnabile Castello Aragonese, progettato dal grande architetto senese Francesco di Giorgio Martino, e aperto tutti i giorni per visite guidate gratuite, a cura della Marina Militare.
Accanto al poderoso maniero, il maestoso Ponte Girevole, vero simbolo tarantino, che unisce l’isola del borgo antico alla città nuova, come delle braccia protese a tenere strette a sè il cuore antico della comunità. Periodicamente, il ponte viene aperto per consentire il passaggio, lungo il canale che collega i due mari, a grandi navi militari. Le imbarcazioni sfilano con l’equipaggio, mentre la folla saluta i marinai dal Lungomare. Per qualche minuto la città è davvero divisa in due: e quel cordone ombelicale tra il ventre materno cittadino e la nuova creatura che è venuta alla luce, inesorabilmente si recide, lasciando al suo destino o, forse, tentando di non far corrompere dalla mondanità quella che è di fatto un’isola, il volto arcaico della Taranto più vera. È la città vecchia, con le facciate dei suoi palazzi a ricordare i fasti di un tempo ormai andato. E poi, come un miraggio, al termine di una stretta e lunga Via Duomo, scavata da vecchie cicatrici e sguardi penetranti, eccola lì la Cattedrale, quasi inaspetatta, come un’oasi lussureggiante a proteggere quel tripudio di marmi intarsiati e affreschi pregevoli che è il Cappellone di San Cataldo, prolungamento dell’originaria cappella del Santo e vero trionfo del miglior barocco napoletano.
Ci lasciamo alle spalle questo incanto e il cielo rosso ci racconta, ancora una volta, di questa continua dicotomia tra un passato da salvaguardare e di altri passati più recenti forse da accantonare per sempre, pronti a lanciarsi verso nuove sfide.
È con questo moto nell’animo che mi sono tuffata, letteralmente, a provare l’esperienza emozionante di scivolare sull’acqua con il Sup, grazie agli istruttori federali FSW della Salty Skin Taranto. In equilibrio prima precario, poi sempre più stabile, mi sono ritrovata a danzare tra le onde dello Ionio, in una mattina di caldo sole settembrino, sospinta da un leggero vento di scirocco, con una tavola e una pagaia a farmi da compagni di un tango appassionato, travolgente, infinito.
E allora, vai a vele spiegate anche tu Taranto, lasciati trasportare dal tuo mare che, ancora oggi, come migliaia di anni fa, ti condurrà lontano verso orizzonti sempre più arditi, sospinta da un vento nuovo di fermento.
CONSIGLI
TAGII sea experience – Via Duomo, 285 – Taranto (Città vecchia) Tel: 099 6964308 / +39 327 443 4286
Mon Rêve Ecogreen Resort – Via Pesca Mazzisciata, 1, Talsano (TA) Tel: +39 099 731 2185 – www.monreve.it
Teenager vintage e instancabile sognatrice, sempre con la testa per aria ed il naso all’insù. Puglia nel cuore e mare nell’anima. Da guida turistica e ambientale, tour organizer e oggi host, adoro accogliere i miei ospiti che provengono da ogni parte del mondo, dando loro suggerimenti e idee per farli innamorare del tacco d’Italia. Dimenticavo, nel tempo libero sono una docente a Ostuni e soprattutto una mamma e una donna felice.