Bea Buozzi: “Chi dice donna dice tacco”…anche in viaggio
“Chi dice donna dice tacco”…anche in viaggio
A tu per tu con la scrittrice Bea Buozzi
di Isa Grassano
“Cenerentola è la prova che un paio di scarpe può cambiarti la vita”. Sarà vero? Secondo Bea Buozzi si. Ne è così convinta da aver scritto un divertente manuale sul tema: “Chi dice donna dice tacco” (Morellini Editore, 9,90 euro).
Da consultare ogni giorno, prima di decidere che modello indossare per ogni occasione.
Da dove nasce l’idea di questo libro?
“Chi dice donna dice tacco” nasce da una mia ossessione che mi fa stipare scarpe ovunque (le uso perfino come ferma libri in salotto!) ma che ho scoperto essere una mania universalmente condivisa dalle donne. Ovvero, quella pulsione che ci costringe ad acquistare in modo compulsivo (come se non ci fosse un domani) calzature simili a quelle che abbiamo e ad affollare la casa di tacchi e zeppe. La scarpa giusta ci rende belle, combattendo la legge di gravità sul lato B magicamente risollevato, concedendoci quell’andatura, che tanto piace agli uomini nella fase del corteggiamento. E poi il tacco trasforma una “donna con gli attributi” in una “donna con gli accessori”.
Quale sono le scarpe che non devono mai mancare in valigia e perché?
Come al solito il 3 è in numero perfetto: così, in valigia non deve mai mancare l’infradito per la SPA (terme di Saturnia o Kerala fa poca differenza), una décolleté di vernice nera per una serata romantica con un avventuriero conosciuto al Pera Palace di Istanbul e un paio di sneaker per tutto il resto della giornata (dalla conquista del tesoro di Petra in Giordania alla maratona nel cuore della Grande Mela).
Se fossi una scarpa, saresti….
Se fossi una scarpa sarei una pump di vernice nera dalla suola rossa, pantone 186 c, per l’esattezza. Una Pigalle di Louboutin, passepartout per ogni occasione. Shabby chic con jeans ed elegante con tubino nero e filo di perle.
Sei in vacanza con le amiche. Ti è mai capitato di fare un incontro importante e non avere in valigia la scarpa giusta da indossare?
Era successo una volta a Parigi. Due ragazzi, conosciuti su un social network di nome asmallworld ci avevano invitato per una serata galante per una cena in zona Place Vendome. Peccato che solo nel pomeriggio avessero deciso di informarci che tale cena si sarebbe svolta al Ritz. Dopo il panico iniziale (non tanto per l’abito camuffabile con qualche accessorio ma per le scarpe, (avevano solo un sandalo rasoterra e una sneaker) mi è venuta un’idea. Ricordavo che il Marais fosse costellato di deliziosi negozi vintage. Io uscii con un sandalo modello Chanel di Dior e lei con una pump di Roger Vivier. La cena fu ottima ma non fu seguita da altro perchè i due erano completamente diversi dalla foto che avevano inserito nel profilo!
Hai scritto: Se un uomo lo puoi sostituire come un paio di scarpe della stagione passata, verso cui hai provato un’attrazione spasmodica durata una primavera, cerca un’amica che diventi una quattro stagioni della tua vita.
Come deve essere un’amica?
Un’amica deve garantirti la totale affidabilità per quattro stagioni. Quindi deve avere una corazza (o suola) resistente agli urti e agli scossoni. Una struttura (tomaia) impermeabile alle tempeste della vita ma serve che sia morbida e confortevole allo stesso tempo come una pratica carshoe.
Ami viaggiare con le amiche?
Adoravo viaggiare con le amiche prima di ritrovarmi in coppia. Da qualche anno, viaggio e vita percorrono lo stesso binario. D’altronde la vita non è il viaggio per antonomasia?
Quale è il tuo viaggio dei sogni (già fatto o da fare)
Essendo una nomade impenitente, il mio cuore mi porterebbe lontano. Ad Oriente. Vorrei risalire il Mekong e visitare, partendo dalla costa, la Birmania con i suoi tetti d’oro, il Laos e il Vietnam.
Se dovessi scegliere di partire con un’altra scrittrice, con chi partiresti e perché?
Partirei con Chiara Moscardelli (“Volevo essere una gattamorta”, Einaudi) e con Silvia Bergero (“Galline”, Rizzoli) perché noi tre insieme siamo quanto di più diverso il mercato dell’editoria possa offrire. C’è la modaiola Silvia, la spericolata Chiara, e l’irrisolta Bea. Potrebbe diventare la risposta femminile a Tre uomini in barca (per non parlar del cane). Non risaliremmo il Tamigi ma appunto il Mekong e, come animale da compagnia al posto del cane Montmorency, porteremmo Priscilla, la mia cavia abissina. Vedi, abbiamo già il plot: per cui, esimie colleghe, se vi piace la proposta, organizziamo. ;))
Infine, scrivi “Di strada ce ne è ancora da fare, ma con il tacco giusto arriveremo ovunque”. Quale è il tuo consiglio per tutte le donne…
È impegnativo dare un consiglio che si adatti a tutte. Posso dire che in “Chi dice donna dice tacco” ho giocato paragonando modelli di scarpe a tipologie di donne e ho usato la metafora del tacco per esprimere il carattere di chi lo sceglieva. Sai come si dice: il 5 è bon ton, il 7 da principessa, il 12 da femme fatale e oltre non si può dire. Bene, io sono un’estimatrice dell’oltre 12 ma amo anche le donne in ballerine o stivaletti biker.
Perché, fortunatamente, il tacco è una filosofia di vita e non una scienza esatta. E allora, “dateci un tacco e vi solleveremo il mondo!”
Bea Buozzi ha già scritto “Beati e bannati” e “Sesso e volentieri”.
Potete trovarla sul suo blog
Basta sentirmi parlare per intuire il mio attaccamento alla Basilicata. Nonostante viva a Bologna da tanti anni e ami questa città, ho mantenuto una visione Sudcentrica della vita. Giornalista professionista, tutor al master in giornalismo, scrittrice e soprattutto “ragazza” piena di energia. Ho una valigia sempre pronta, anche se a ogni viaggio dimentico qualcosa. Vivrei in estate tutto l’anno e sogno una casa vista mare. Scrivo libri di curiosità (Book Sun Lover) e romanzi (“Un giorno sì un altro no”, “Come un fiore sul quaderno”). Leggo tanto, sorrido ancora di più.