Marocco Diario di viaggio
Marocco Diario di viaggio
CAPODANNO IN TENDA NEL DESERTO MAROCCHINO: A TU PER TU CON LA NATURA
di Laura Carraresi
Ci sono momenti in cui hai voglia di stare da sola a pensare. E la fine dell’anno è di solito tempo di bilanci, di buoni propositi e belle speranze. E quale luogo migliore per meditare in silenzio se non il deserto? Eccomi quindi a dare il benvenuto al 2014 in pieno Sahara, attorno ad un falò in compagnia di autentici berberi sotto una volta celeste avvolgente e luminosa. Per questo Capodanno niente luci psichedeliche e musica remixata, ma solo la luce naturale e brillante delle stelle e i cori berberi accompagnati da tamburi improvvisati.
Sono nel deserto del Marocco centrale, quella parte estrema del Sahara al confine con l’Algeria. Come sono arrivata fino qui? Facendo un bel trekking, la mia attività preferita.
Sono partita a fine dicembre alla volta di Marrakech e, dopo due giorni nella brulicante atmosfera del suk e della piazza Jemaa el Fnaa, mi sono trasferita oltre l’Atlante per affrontare cinque giorni nel deserto insieme al mio gruppo, accompagnati da esperte guide berbere. Ogni giorno un trek di circa sei ore, attraverso gli ambienti più disparati, dal deserto roccioso dell’Anti Atlante alle dune di sabbia, dalle distese lunari delle rocce fossili alle pianure sterminate, punteggiate di acacie isolate.
I bagagli sono trasportati da simpatici dromedari, la notte si dorme in tenda e i pasti vengono serviti su tipici tappeti, per immergersi appieno nella cultura nomade a stretto contatto con la natura che ci circonda.
E si cammina. Ogni giorno si conquista una meta con gli occhi pieni di rosso, di blu, di arancio, colori che si imprimono nella mente e che riscaldano il cuore. Durante la camminata, infatti, i panorami sono talmente vari ed estesi che diventano parte di te, ti senti piccola in quell’immensità e, anche se non ci sono punti di riferimento precisi, i ricordi rimangono vivi e precisi nel tempo.
Nel tardo pomeriggio si arriva al campo e si monta la tenda, nostro rifugio per la notte. Qui si vive dell’essenziale, non ci sono le comodità di casa, ma quando alzi gli occhi e ammiri la luce rosa e arancio screziata del crepuscolo che piano piano lascia il posto ad un luminosissimo Venere e via via a tutta la volta celeste, qui interamente visibile, ti dimentichi tutte le cose materiali che solitamente fanno parte della tua vita quotidiana e che credi siano così importanti. Non ci si guarda allo specchio, i capelli sono imbrigliati all’interno di un turbante, la pelle è cotta dal sole, ma a nessuna importa: quello che conta, e che condividiamo tutte, è la magia di ciò che ci circonda, dal cielo alla terra, la cordialità e la simpatia delle guide berbere, la convivialità delle nostre cene in tenda seduti per terra, la semplicità dei giochi fatti insieme che ci portano a ridere di gusto, e anche se non abbiamo la crema idratante o lo scrub, la nostra bellezza è fatta dal nostro sorriso genuino quando ci guardiamo l’un l’altra e ridiamo del nostro aspetto “primitivo”. D’altronde, quando il blu cobalto del cielo si accosta magnificamente con il rosso infuocato della sabbia e delle montagne, quando la Via Lattea è così nitida sopra di te, quando scopri che le stelle cadenti non ci sono solo a San Lorenzo, ma ti piovono addosso non appena guardi in su, non pensi più a tutto il resto; e anche se la notte cala il gelo, non vedi l’ora che sia mattina per ammirare l’alba e iniziare un altro giorno in cui anche tu sei parte di quel meraviglioso spettacolo che è la natura.
E non puoi non fermarti anche solo un attimo a riflettere, quando incontri tanti bambini nei piccoli e remoti villaggi e nelle oasi che attraversi giorno dopo giorno. Vivono di quel poco che la famiglia riesce a produrre in una terra sostanzialmente arida, non hanno giocattoli, ma ti guardano profondamente con quegli occhi neri come spilli. E sorridono.